venerdì 3 agosto 2007

REGIONALE

Osama e le Twin Towers per dire no alle moschee

TRENTO. Il volto di Bin Laden, le Torri gemelle e una scritta: «No alle moschee in Trentino». E’ il manifesto che la Lega Nord di Trento ha affisso nei giorni scorsi in varie zone della città, dopo la scoperta di uno spazio abusivo di culto islamico in un garage di Gardolo. «E’ una grave offesa a tutta la città di Trento» reagisce l’imam Aboulkheir Breigheche che condanna duramente l’iniziativa. Ma il senatore del Carroccio Sergio Divina spiega: «Le moschee sono un pericolo».Tornando ai fatti di cronaca, risalenti a metà luglio, i tecnici del comune di Trento avevano chiesto lo sgombero entro novanta giorni della moschea di via IV Novembre a Gardolo di Shaid Mahfouz, perché il locale (un garage) non presentava le norme di sicurezza idonee per un luogo pubblico.La comunità islamica in quell’occasione aveva espresso il proprio disagio alla pubblica amministrazione riguardo alla mancanza di spazi per ritrovarsi e raccogliersi in preghiera. I musulmani trentini avevano chiesto un altro luogo di culto per le famiglie della frazione. Il sindaco Pacher aveva detto il proprio «no» all’o perazione perché «prima ci sono altre priorità - aveva commentato -. Non possiamo garantire a tutte le minoranze un proprio luogo di preghiera».In seguito alla scoperta della moschea abusiva, la Lega Nord aveva fatto sentire la propria voce con un’interrogazione da parte del segretario Vittorio Bridi. «Bisogna far luce sulla presenza dei luoghi di culto islamici nel capoluogo e denunciare i responsabili della creazione della moschea abusiva». Poi il silenzio, nell’a ttesa che gli eloquenti manifesti del Carroccio diventassero pubblici. Moschee che sono tornate a far parlare di sé anche a livello nazionale, come ha ricordato il senatore Divina. «Gli ultimi fatti di cronaca parlano della moschea di Ponte Felcino a Perugia come una scuola di terrorismo. All’interno di essa si svolgevano in maniera continuativa addestramenti ad azioni con finalità di terrorismo». Il dubbio, quindi, che anche all’interno di quelle trentine ci siano tali progetti destabilizzanti è venuto alla Lega che ha deciso di esplicitare i propri dissapori a caratteri cubitali. «Una vignetta è lo strumento più comprensibile per far capire alla gente il rischio che sta correndo avendo dei luoghi di culto islamici sotto casa» commenta il senatore Divina. Gli fa eco il segretario del Carroccio, Maurizio Fugatti: «Le moschee si sono rivelate luoghi dove si predica l’odio verso la nostra cultura e dove si fomenta l’estremismo islamico». La moschea abusiva di Gardolo ha sicuramente inasprito i toni degli esponenti leghisti e fatto «saltare le staffe» al presidente della comunità islamica trentina.
«Questi manifesti sono un’offesa nei confronti della gente trentina, del mondo delle associazioni e del volontariato» commenta l’imam. «È un passo indietro per il Trentino da sempre esempio d’i ntegrazione tra musulmani e cristiani - continua Breigheche -. La generalizzazione inoltre non è mai esatta. Non si possono coinvolgere tutte le moschee e i luoghi di culto in fatti di cronaca mondiali». Al pensiero leghista che le moschee sono pericolose, l’imam risponde: «Sono luoghi d’educazione, conoscenza e cultura. I cartelloni sono modi incivili di sostenere la propria opinione e sono l’ennesima offesa a Trento».

(03 agosto 2007)

tratto da http://www.trentinocorrierealpi.it/


Questo episodio dimostra come la Lega Nord affronti le questioni di questo paese in modo irresponsabile e poco costruttivo. Il Nuovo Partito d'Azione sezione del Trentino Alto Adige si dissocia da tale comportamento xenofobo e ritiene sia fondamentale per un paese democratico risolvere i problemi attraverso atteggiamenti civili e nel rispetto delle leggi.
Mary Balzano

Nessun commento:

NUOVO PARTITO D'AZIONE

Il Nuovo Partito d'Azione è una formazione politica italiana che intende rifondare l'azionismo politico e proseguire l'esperienza dello storico Partito d'Azione, facendo rivivere in Italia una sigla che si richiami a tale tradizione politica, storica e culturale. Nato nel 2005, ha come segretario nazionale il filosofo Giuseppe Antonio Quartana e dopo un anno dalla sua costituzione è presente in sette regioni (Lazio, Piemonte, Campania, Basilicata, Puglia, Calabria, Sicilia). Nel suo simbolo compare proprio la dicitura "Rifondazione Azionista" e la conferma dei valori del liberalsocialismo. Nell'impostazione teorica del NPA il liberalsocialismo è però la condizione necessaria, ma non ancora sufficiente per definire l'azionismo. Il partito ha adottato come colore ufficiale l'arancione. Collocato nell'area della sinistra democratica di ispirazione radicale e riformista e stringe una collaborazione con il Partito Socialista Democratico Italiano, presentando propri candidati nelle sue liste in occasione delle elezioni politiche del 2006, all'interno della coalizione di centrosinistra, L'Unione. Dopo le elezioni politiche, il Nuovo Partito d’Azione convoca a Bernalda (MT) la sua prima conferenza politico-organizzativa nel corso della quale il nuovo partito fissa definitivamente i tratti caratteristici della sua identità: disinteresse verso l’ipotesi di confluire nel futuro Partito Democratico; federare la "Nuova Sinistra Democratica" intesa come nuovo polo intermedio fra lo stesso Partito Democratico e l’area rosso-verde; essere “coscienza critica” del centrosinistra. Questo ruolo "critico" comincia a manifestarsi platealmente in occasione della protesta contro l'indulto che ha visto una presenza in piazza di militanti del Nuovo Partito d'Azione. Il 28 ottobre 2006 il partito organizza davanti a Montecitorio la sua prima manifestazione di piazza con un sit-in di protesta contro la nuova finanziaria del Governo Prodii chiedendo che non vengano dimenticati ancora una volta i "veri poveri", i "non-garantiti", la "seconda società". Nella direzione nazionale del 5 novembre, a Fiuggi, il partito lancia il concetto di "rete neoazionista" aprendo anche alle associazioni ed ai club sparsi sul territorio. Nello stessa riunione dà la propria disponibilità per la costruzione di una "Sinistra Critica", che insieme ad altre piccole formazioni e movimenti possa costituire il nucleo fondatore di un terzo polo all'interno del centrosinistra dopo la nascita del PD e della Sinistra Europea. È stato stabilito dalla conferenza politico-organizzativa del NPA: Lo spazio politico del nuovo partito si situa al confine fra riformismo e radicalismo; il NPA si considera infatti “il più riformista dei partiti radicali ed il più radicale dei partiti riformisti”; La base sociale di riferimento del Nuovo Partito d’Azione è quella della 'seconda società';, una formula ricorrente nelle giornate del ’77 e da allora mai più ripresa da nessuno; la ‘seconda società’ è quella dei non garantiti, dei precari con poche speranze, degli emarginati, degli invisibili, delle fasce marginali e radicalizzate della piccola borghesia, del nuovo proletariato giovanile intellettuale, anche di origine borghese, quindi il mondo dei bisogni. Nello stesso tempo, l'NPA è anche al fianco di chi detiene meriti e non riesce a farli valere in una società italiana sempre più sclerotizzata e familista, sempre più caratterizzata da processi di retrocessione, di immobilismo e di esclusione sociale.
Il liberalsocialismo del NPA si basa su una nuova sintesi fra meriti e bisogni.