martedì 7 agosto 2007

REGIONALE

ORO NERO

TRENTO. La benzina costa carissima anche a Trento. Con l’arrivo dei week end «caldi» di agosto le associazioni dei consumatori hanno denunciato, anche quest’anno, un aumento del costo del carburante all’inizio del mese d’agosto. Una casualità? Non sembra. Ma qual’è la differenza di prezzo tra una compagnia petrolifera e un’altra? E, soprattutto, c’è qualche distributore a Trento in cui fare benzina conviene veramente, oppure i tanto decantati sconti sono solamente uno specchietto per le allodole? Il nostro viaggio comincia dal Ponte di San Lorenzo, dove l’Agip ha due distributori: uno in prossimità della rotatoria, l’altro sul cavalcavia. Proprio quest’ultimo è da sempre considerato uno dei più convenienti della città: è automatizzato 24 su 24 e spesso gli automobilisti si mettono in coda per fare benzina, ritenendo sia più vantaggioso rispetto ad altri. Ebbene non è così. Anzi. La benzina senza piombo costa 1,318 euro al litro e, facendo rifornimento al distributore situato sotto e comunicante, ci s’accorge che il prezzo non cambia: 1,318 al litro. Con la differenza che si viene serviti dal benzinaio. Immutato, ovviamente anche il prezzo del gasolio: in entrambi i distributori un litro di rifornimento per i veicoli diesel costa 1,168 euro. Rapido giro in città e, una volta imboccata via Manzoni, in prossimità di Largo Nazario Sauro, troviamo il distributore Esso sulla destra. Una veloce occhiata ai prezzi e notiamo come siano superiori a quelli visti prima. La benzina senza piombo costa 1,330 euro al litro, mentre il gasolio è a quota 1,178 euro. Invece di reimmeterci su via Brennero giriamo subito a sinistra e nel parcheggio di via Petrarca c’è il distributore Ip. Occhio al prezzo e scopriamo che un litro di benzina verde costa 1,389 euro, mentre per uno di gasolio servono 1,209 euro.
Torniamo in via Brennero, superiamo il distributore Agip sulla destra, che pratica gli stessi prezzi di quelli del Ponte di San Lorenzo, e proseguiamo verso il Top Center, dove è situato il rivenditore della Total. Accostiamo e annotiamo i prezzi: la senza piombo costa 1,320, quindi leggermente di più rispetto all’Agip, mentre sul diesel si risparmia qualcosa, visto che il prezzo si ferma a 1,166 euro. Avanti ancora e c’è il Q8 di Via Bolzano dove la senza piombo costa 1,321 euro al litro e il gasolio 1,166 euro. Ritorniamo verso la città, passiamo in via Maccani dove il distributore Agip vicino alla rotatoria di Campotrentino ha gli stessi identici prezzi degli altri rivenditori già visionati in precedenza. Per verificare un’ultimo distributore diverso dagli altri facciamo un salto in via Brescia, sulla strada che porta a Montevideo. La Monte Shell vende la senza piombo a 1,378 euro al litro, mentre il gasolio costa 1,203 euro. Adesso è il momento di fare i conti. Anzi no, perché verifichiamo i prezzi in autostrada. Il distributore Agip dell’area di servizio «Paganella Ovest» pratica prezzi diversi rispetto a quelli dei distributori cittadini della stessa compagnia. Per un litro di senza piombo servono 1,358 euro, mentre il gasolio costa 1,208 euro. E adesso il totale. Ipotizziamo di dover fare il pieno ad una Fiat Grande Punto, il cui serbatoio ha una capacità di 45 litri. All’Agip il pieno ci costerebbe 59,31 euro, alla Esso 59,85 Euro, all’Ip 62,505 euro, alla Total 59,4 euro, al Q8 59,445, alla Monte Shell 62,01 euro, mentre in Autostrada la spesa sarebbe di 61,11 euro.

(07 agosto 2007)

tratto da www.trentinocorrierealpi.it/

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NUOVO PARTITO D'AZIONE

Il Nuovo Partito d'Azione è una formazione politica italiana che intende rifondare l'azionismo politico e proseguire l'esperienza dello storico Partito d'Azione, facendo rivivere in Italia una sigla che si richiami a tale tradizione politica, storica e culturale. Nato nel 2005, ha come segretario nazionale il filosofo Giuseppe Antonio Quartana e dopo un anno dalla sua costituzione è presente in sette regioni (Lazio, Piemonte, Campania, Basilicata, Puglia, Calabria, Sicilia). Nel suo simbolo compare proprio la dicitura "Rifondazione Azionista" e la conferma dei valori del liberalsocialismo. Nell'impostazione teorica del NPA il liberalsocialismo è però la condizione necessaria, ma non ancora sufficiente per definire l'azionismo. Il partito ha adottato come colore ufficiale l'arancione. Collocato nell'area della sinistra democratica di ispirazione radicale e riformista e stringe una collaborazione con il Partito Socialista Democratico Italiano, presentando propri candidati nelle sue liste in occasione delle elezioni politiche del 2006, all'interno della coalizione di centrosinistra, L'Unione. Dopo le elezioni politiche, il Nuovo Partito d’Azione convoca a Bernalda (MT) la sua prima conferenza politico-organizzativa nel corso della quale il nuovo partito fissa definitivamente i tratti caratteristici della sua identità: disinteresse verso l’ipotesi di confluire nel futuro Partito Democratico; federare la "Nuova Sinistra Democratica" intesa come nuovo polo intermedio fra lo stesso Partito Democratico e l’area rosso-verde; essere “coscienza critica” del centrosinistra. Questo ruolo "critico" comincia a manifestarsi platealmente in occasione della protesta contro l'indulto che ha visto una presenza in piazza di militanti del Nuovo Partito d'Azione. Il 28 ottobre 2006 il partito organizza davanti a Montecitorio la sua prima manifestazione di piazza con un sit-in di protesta contro la nuova finanziaria del Governo Prodii chiedendo che non vengano dimenticati ancora una volta i "veri poveri", i "non-garantiti", la "seconda società". Nella direzione nazionale del 5 novembre, a Fiuggi, il partito lancia il concetto di "rete neoazionista" aprendo anche alle associazioni ed ai club sparsi sul territorio. Nello stessa riunione dà la propria disponibilità per la costruzione di una "Sinistra Critica", che insieme ad altre piccole formazioni e movimenti possa costituire il nucleo fondatore di un terzo polo all'interno del centrosinistra dopo la nascita del PD e della Sinistra Europea. È stato stabilito dalla conferenza politico-organizzativa del NPA: Lo spazio politico del nuovo partito si situa al confine fra riformismo e radicalismo; il NPA si considera infatti “il più riformista dei partiti radicali ed il più radicale dei partiti riformisti”; La base sociale di riferimento del Nuovo Partito d’Azione è quella della 'seconda società';, una formula ricorrente nelle giornate del ’77 e da allora mai più ripresa da nessuno; la ‘seconda società’ è quella dei non garantiti, dei precari con poche speranze, degli emarginati, degli invisibili, delle fasce marginali e radicalizzate della piccola borghesia, del nuovo proletariato giovanile intellettuale, anche di origine borghese, quindi il mondo dei bisogni. Nello stesso tempo, l'NPA è anche al fianco di chi detiene meriti e non riesce a farli valere in una società italiana sempre più sclerotizzata e familista, sempre più caratterizzata da processi di retrocessione, di immobilismo e di esclusione sociale.
Il liberalsocialismo del NPA si basa su una nuova sintesi fra meriti e bisogni.