mercoledì 31 ottobre 2007

NAZIONALE

Solidarietà agli agricoltori sardi di Decimoputzu
(fonte soccorsocontadino.eu)

In questi giorni in Sardegna si sta sviluppando una forte iniziativa per contrastare la vendita all’asta di quasi 7.000 aziende agro-pastorali sarde. Un gruppo di cinque contadini del comitato di lotta dei contadini e pastori esecutati ha tenuto un duro sciopero della fame nella sala consigliare occupata del comune di Decimoputzu. Dopo questa prima fase la lotta dei contadini e dei pastori sardi si sta allargando nell’isola, e fuori. Migliaia di attestati di solidarietà stanno giungendo in questi giorni ai contadini che si stanno organizzando per passare ad un’altra fase della lotta. Il comitato chiede il blocco immediato delle vendite all’asta ed un intervento urgente di Governo Nazionale e Regione per trovare una soluzione non più rinviabile ad unproblema che si trascinda da ormai quindici anni e che sta togliendo il lavoro, la terra e il futuro a cinquantamila persone. Per maggiori dettagli visita ilsito www.soccorsocontadino.eu ed invia la tua lettera di protesta al Governatore Soru. Il Nuovo Partito d’Azione esprime la sua solidarietà a tutte le persone coinvolte in questa incredibile vicenda, passata nella quasi totale indifferenza dei mezzi di informazione – dell’indifferenza del mondo politico ormai più nessuno si stupisce. Garantiamo il nostro impegno atto a dare la maggiordiffusione possibile alle iniziative del comitato di lotta, nell’intento di sensibilizzare il più possibile l’opinione pubblica.

Gabriele Oliviero
Membro della Segreteria Nazionale N.P.A.

venerdì 26 ottobre 2007

AGENDA

Agenda N.P.A.

Il Nuovo Partito d'Azione sabato 27 ottobre, scenderà in piazza al fianco del M.E.D.A. (Movimento EuropeoDiversabili Associati) nella manifestazione che prenderà il via alle ore 10:00 in piazza S.S. Apostoli.Durante la manifestazione è previsto un intervento dal palco degli oratori del Segretario Nazionale Pino. A.Quartana.
Sempre per sabato 27 ottobre è previsto a Cosenza, un corteo promosso dal Comitato Pro De Magistris. Interverrà il Segretario Regionale N.P.A. per la Calabria, Piero Ferrari.

martedì 23 ottobre 2007

COMUNICATO STAMPA

LO RIPETIAMO; MASTELLA SI DIMETTA!
"Qualche settimana fa il Guardiasigilli Mastella chiese il trasferimento di De Magistris e gli andò male. Allora il Nuovo Partito d'Azione fu il solo partito a richiedere le dimissioni di Mastella.Oggi con la violenza morale fatta al pm De Magistris ed alla giustizia italiana, il posto di Mastella non può più essere a Via Arenula. Reiteriamo perciò la nostra richiesta delle dimissioni di Mastella. Se non sarà la sua coscienza a toglierlo da quel delicato incarico, sia allora il Presidente del Consiglio a rimuoverlo". NUOVO PARTITO d'AZIONE (NPA)
Ufficio di Segreteria Nazionale
Roma 23 ottobre 2007
www.nuovopartitodazione.it

SEGRETERIA NAZIONALE

E’ una vergogna!
Il Nuovo Partito d’Azione esprime il suo sdegno per la decisione di togliere al Sostituto Procuratore di Catanzaro, De Magistris, la titolarità dell’inchiesta “Why not” che vedrebbe indagati il Ministro della Giustizia Clemente Mastella e lo stesso Presidente del Consiglio Romano Prodi. L’avocazione sarebbe motivata solo da presunte incompatibilità. Nel caso specifico sarebbe stata ravvisata una incompatibilità nel procedimento da parte di De Magistris proprio per il coinvolgimento del Guardasigilli. Rimaniamo scandalizzati non solo nell’apprendere questa notizia ma soprattutto per le motivazioni che l’hanno determinata. L’avocazione di un’inchiesta ad un magistrato solo perché nella stessa risultano coinvolti esponenti del Governo è ai nostri occhi, una grave violazione dello stato di diritto; aggravata ancora di più dall’accanimento ossessivo e dalla solerzia con la quale è stata portata a compimento. Abbiamo da sempre sostenuto e continueremo a farlo, la Magistratura e tutti quei magistrati che tra mille difficoltà e condizionamenti esterni, indagano quotidianamente per far affiorare “il marcio” che avvolge la nostra società. La solidarietà dei neoazionisti non è mai venuta meno e mai lo sarà; sicuri che il lavoro di questi magistrati coraggiosi (ma anche per questo motivo isolati) sia fondamentale per riportare la legalità in questo nostro martoriato Paese.

Segreteria Nazionale N.P.A.

sabato 20 ottobre 2007

COMUNICATO NPA

Dichiarazione del Segretario Nazionale del 'NuovoPartito d'Azione',
Pino A. Quartana. I

IL PD DEL PENSIERO UNICO

"Non avevamo purtroppo il minimo dubbio che la nascita del PD rispondesse a ben altri propositi che non quelli declamati da Walter Veltroni. Nel programma non dichiarato del PD, quello vero, c’è il restringimento degli spazi di democrazia e di dissenso sociale, politico e culturale in questo nostro povero Paese. Intanto la pervicacia con la quale i piddini vogliono a tutti i costi imporre una legge elettorale capestro per i partner minori del centrosinistra, poi il proposito di ridurre il numero dei parlamentari e quindi la rappresentanza democratica, furbamente presentato come un venire incontro alla forte domanda di moralizzazione che sale dal Paese, salvo poi contraddirsi subito nei fatti, come stiamo vedendo nel vergognoso voltafaccia del taglio delle comunità montane. Ma ai piddini in realtà nulla importa della moralizzazione della vita pubblica e molto invece del progetto di far fuori tutti coloro che all’interno della coalizione di centrosinistra possono fare ombra alla nuova ineffabile mega-creatura della politica italiana. Oggi arriva puntuale l’ennesimo atto di una ben preparata strategia di eliminazione degli spazi di dissenso; il governo Prodi vuol regolamentare tutt ociò che passa per internet, siti, blog, una regolamentazione illiberale che, di fatto, porterà alla burocratizzazione della rete ed all'eliminazione del 90% delle voci libere del web. Prodi invece dipensare alle cose urgenti, agli operai che si suicidano per la paura di non poter pagare più il mutuo, alle sue innumerevoli promesse non mantenute,si preoccupa di quello che si scrive sulla rete. Stando alle prime indiscrezioni ci vorrà un editore per ogni sito, l’iscrizione al Roc (registro operatoridella comunicazione) con un dispendio di carte e bolli non indifferente. Col PD comincia a dispiegarsi in tutta la sua vastità il disegno conservatore dei poteri forti della finanza, dell’economia, dell’editoria. Noi neoazionisti lo avevamo capito fin dai primi passi di questo governo, ma Pecoraro Scanio, Franco Giordano, Enrico Boselli, Fabio Mussi, OlivieroDiliberto quando lo capiranno? Perché non si oppongono in Consiglio dei Ministri al disegno liberticida sulla rete internet? E quando lo capiranno, faremo ancora in tempo a difenderci ed a difendere la democraziaitaliana da questa nuova minaccia?"

NPA - Ufficio Stampa e Comunicazione

giovedì 18 ottobre 2007

SEGRETERIA NAZIONALE

I costi della politica e i costi per la democrazia

Dopo il successo e la conseguente indignazione scatenata nell’opinione pubblica dal libro “La Casta” sono sempre di più i personaggi politici di primo e secondo piano usi a parlare o a sparlare dei costi della politica e dei metodi più o meno efficaci per ridurli. La terapia più in voga sembra essere quella della riduzione del numero dei parlamentari che con i loro astronomici stipendi, indennità e privilegi più o meno onerosi, assorbirebbero una fetta considerevole delle disponibilità delle già troppo dissestate finanze pubbliche. Secondo una fin troppo semplice regola matematica si deduce che riducendone il numero si ridurrebbero automaticamente le risorse necessarie al loro “sostentamento”.
Il ragionamento da un punto di vista teorico funziona e funziona anche e soprattutto come calmante e valvola di sfogo per il montante astio dell’opinione pubblica verso il sistema. Se ci fermassimo ad uno sguardo superficiale e non ci spingessimo a leggere gli “effetti collaterali”, sembrerebbe che questa proposta abbia anche un senso compiuto. Purtroppo, nel nostro Paese, i teoremi con soluzioni troppo lampanti e le quadrature troppo semplici del cerchio, tendono a nascondere fra le loro pieghe, risvolti occulti e quasi mai positivi che sfuggono ai più. Noi neoazionisti non abbiamo aspettato i successi librari di nessuno, né tanto meno le esternazioni compunte di qualche politico in crisi di coscienza, ma abbiamo proposto fin dall’inizio, nel nostro programma – che risale ormai a circa due anni fa – delle proposte molto concrete e sostenibili per ridurre le spese politiche anche e soprattutto a beneficio del risanamento del debito pubblico. Ridurre il numero dei parlamentari, non risolve assolutamente il problema dei costi - che nel migliore dei casi, verrebbe solo scalfito da queste proposte - ma servirebbe solamente a restringere ancora di più l’oligarchia. Se il numero dei parlamentari venisse ridotto, solo i grandi partiti, avrebbero la forza di eleggere deputati e senatori. I piccoli verrebbero letteralmente cancellati dal panorama politico, lasciando senza rappresentanza alcuna, centinaia di migliaia di elettori. Questo non sarebbe solo un colpo ai partiti nuovi e piccoli, ma soprattutto alla democrazia! La nostra proposta, come N.P.A. è quella di ridurre del 70% le indennità dei parlamentari (non solo deputati e senatori, ma anche dei consiglieri regionali e provinciali). Se questa proposta venisse attuata, non solo non sarebbe più necessario ridurre i parlamentari con le conseguenze nefaste sul sistema democratico, ma per assurdo, questi ultimi potrebbero essere addirittura raddoppiati, raggiungendo così anche lo scopo di ottenere una maggior rappresentatività territoriale ai vertici delle Istituzioni. Perché nessuno dei partiti presenti in Parlamento, che a parole sembrano avere a cuore le sorti del Paese, non fa sua questa nostra ragionevole e risolutiva proposta? Noi neoazionisti non ci siamo fermati certo qui, ma abbiamo aggiunto nel programma l’abolizione delle province; enti che reputiamo quasi inutili e dispendiosi. Quanto si potrebbe risparmiare se non vi fossero più le migliaia di consiglieri provinciali (altro che due o trecento parlamentari in meno) a cui dover versare mensilmente uno stipendio, simile a quello di un deputato? Perchè nessun'altro, a parte noi del NuovoPartito d'Azione, avanza proposte in questo senso? Qualcuno potrebbe obiettare che siamo contro la diminuzione dei parlamentari, solo per non veder chiuse per noi, tutte le possibilità di portare nostri rappresentanti in parlamento. A questo posso rispondere dicendo tranquillamente che avere degli eletti, non è un nostro scopo prioritario e ciò è dimostrato dal fatto che siamo sempre stati molto critici con tutti a differenza di altri che invece hanno offerto i loro numeri (in alcuni casi di molto inferiori ainostri) per ottenere qualche deputato o senatore ed esaurendo, con il raggiungimento di questo obiettivo, la loro funzione politica. Non ci sarebbe difficile attuare lo stesso stratagemma, in un Paese dove si vincono o perdono le elezioni per 24.000 voti e dove
l’ N.P.A risulta essere a tutt’oggi, il primo dei partiti extraparlamentari del centrosinistra.Essere moralmente ed eticamente incorruttibili, oggi non paga affatto in termini di rendite politiche. Noi vogliamo tenere alto non solo il nome del nostro Partito, ma anche e soprattutto la nostra dignità di persone oneste eredi di una storia unica nella politica italiana: quella dello storico Partito d’Azione.
Gabriele Oliviero
NUOVO PARTITO D'AZIONE

Il Nuovo Partito d'Azione è una formazione politica italiana che intende rifondare l'azionismo politico e proseguire l'esperienza dello storico Partito d'Azione, facendo rivivere in Italia una sigla che si richiami a tale tradizione politica, storica e culturale. Nato nel 2005, ha come segretario nazionale il filosofo Giuseppe Antonio Quartana e dopo un anno dalla sua costituzione è presente in sette regioni (Lazio, Piemonte, Campania, Basilicata, Puglia, Calabria, Sicilia). Nel suo simbolo compare proprio la dicitura "Rifondazione Azionista" e la conferma dei valori del liberalsocialismo. Nell'impostazione teorica del NPA il liberalsocialismo è però la condizione necessaria, ma non ancora sufficiente per definire l'azionismo. Il partito ha adottato come colore ufficiale l'arancione. Collocato nell'area della sinistra democratica di ispirazione radicale e riformista e stringe una collaborazione con il Partito Socialista Democratico Italiano, presentando propri candidati nelle sue liste in occasione delle elezioni politiche del 2006, all'interno della coalizione di centrosinistra, L'Unione. Dopo le elezioni politiche, il Nuovo Partito d’Azione convoca a Bernalda (MT) la sua prima conferenza politico-organizzativa nel corso della quale il nuovo partito fissa definitivamente i tratti caratteristici della sua identità: disinteresse verso l’ipotesi di confluire nel futuro Partito Democratico; federare la "Nuova Sinistra Democratica" intesa come nuovo polo intermedio fra lo stesso Partito Democratico e l’area rosso-verde; essere “coscienza critica” del centrosinistra. Questo ruolo "critico" comincia a manifestarsi platealmente in occasione della protesta contro l'indulto che ha visto una presenza in piazza di militanti del Nuovo Partito d'Azione. Il 28 ottobre 2006 il partito organizza davanti a Montecitorio la sua prima manifestazione di piazza con un sit-in di protesta contro la nuova finanziaria del Governo Prodii chiedendo che non vengano dimenticati ancora una volta i "veri poveri", i "non-garantiti", la "seconda società". Nella direzione nazionale del 5 novembre, a Fiuggi, il partito lancia il concetto di "rete neoazionista" aprendo anche alle associazioni ed ai club sparsi sul territorio. Nello stessa riunione dà la propria disponibilità per la costruzione di una "Sinistra Critica", che insieme ad altre piccole formazioni e movimenti possa costituire il nucleo fondatore di un terzo polo all'interno del centrosinistra dopo la nascita del PD e della Sinistra Europea. È stato stabilito dalla conferenza politico-organizzativa del NPA: Lo spazio politico del nuovo partito si situa al confine fra riformismo e radicalismo; il NPA si considera infatti “il più riformista dei partiti radicali ed il più radicale dei partiti riformisti”; La base sociale di riferimento del Nuovo Partito d’Azione è quella della 'seconda società';, una formula ricorrente nelle giornate del ’77 e da allora mai più ripresa da nessuno; la ‘seconda società’ è quella dei non garantiti, dei precari con poche speranze, degli emarginati, degli invisibili, delle fasce marginali e radicalizzate della piccola borghesia, del nuovo proletariato giovanile intellettuale, anche di origine borghese, quindi il mondo dei bisogni. Nello stesso tempo, l'NPA è anche al fianco di chi detiene meriti e non riesce a farli valere in una società italiana sempre più sclerotizzata e familista, sempre più caratterizzata da processi di retrocessione, di immobilismo e di esclusione sociale.
Il liberalsocialismo del NPA si basa su una nuova sintesi fra meriti e bisogni.