mercoledì 12 settembre 2007

REGIONALE

Centinaia di siringhe nei parchi di Trento

TRENTO. I primi ad accorgersi che la «roba» è arrivata in città sono gli addetti dei parchi cittadini. Sono loro, la mattina, a trovare le siringhe. Dopo l'overdose che ha stroncato Daniele Montanaro, i dati degli addetti alle pulizie dei parchi tracciano una mappa del «buco» e dicono che c'è un forte ritorno dell'eroina. A partire da maggio sono state trovate 514 siringhe, soprattutto nei parchi San Marco e della Predara. Ma la droga che preoccupa di più è quella dei ricchi, la coca sniffata in casa.Un picco, ad esempio, è stato registrato nella prima settimana di agosto, quando sono state trovate 30 siringhe al parco San Marco e 23 nel parco della Predara. I tossici li hanno eletti a luoghi preferiti per il «buco» perché offrono angoli appartati, lontano da sguardi indiscreti. Ma spesso la riservatezza non è la prima delle esigenze di chi si buca.Per capirlo basta andare un'occhiata, a due passi dai salotti buoni della città. Nel parco San Marco, un giardino con fiori bellissimi. C'è un angolo sotto un grande abete. Ai piedi dell'albero ci sono siringhe e carta stagnola. Tracce inequivocabili. E non solo la sera. Lo sanno bene i volontari dell'associazione Franca Martini che tutti i martedì nel parco fanno agroterapia per i malati neurologici: «Ogni tanto vediamo qualche poveretto che si apparta e tira fuori una siringa. Lo fanno a tutte le ore». Infatti, basta aspettare per un po' per vedere tre giovanotti, neanche tanto in erba, guardarsi intorno e poi dirigersi verso il famoso abete, senza curarsi della presenza di una coppietta intenta a scambiarsi effusioni e di un'anziana in carrozzella.Al pomeriggio, stessa musica. Verso le cinque e mezzo altri due ragazzi, questa volta giovanissimi, vanno verso il solito angolo e tirano fuori due siringhe ancora confezionate. Siringhe anche alla Predara, all'ombra del castello del Buonconsiglio, tra un melograno e un ulivo. Del resto che il buco sia abbastanza frequente lo dicono i dati. Dopo la prima settimana di agosto c'è stata una certa calma. Al massimo sono state trovate 9 siringhe la settimana di ferragosto al parco della Predara. Ma nei mesi precedenti il picco c'è sempre. L'ultima settimana di luglio alla Predara sono state trovate 25 siringhe, 19 al parco San Marco. Numeri simili la prima settimana di luglio e la penultima di giugno. Gli altri parchi cittadini sono piuttosto distanziati.
In piazza Dante, vengono trovate, in media, una decina di siringhe alla settimana, nei giardini di piazza Venezia un po' di più, si arriva anche a sedici o diciassette siringhe ogni settimana, stessa musica per il parco di Gocciadoro. Ogni tanto tracce del «buco» vengono trovate anche a Maso Ginocchio e nel giardino del Lungo Fersina. Di recente alla mappa storica si è aggiunto anche il piazzale di palazzo Giulia che adesso sarà chiuso perché spesso vengono trovate siringhe nei vasi.Il numero delle siringhe è molto inferiore a quello di anni fa. Ad esempio, nel 1998 al parco San Marco, i giardinieri del Comune trovavano anche sessanta siringhe a settimana. All'epoca anche la geografia del «buco» era diversa. Si trovavano molte siringhe anche nei parchi di periferia e in molti altri luoghi. Adesso il buco all'aperto si è rarefatto come spiega il primario del Sert Raffaele Lovaste: «I tossicodipendenti che si bucano all'aperto non sono aumentati. E' in netto aumento il numero di chi si droga in privato, a casa o in macchina, quelli che noi chiamiamo utilizzatori problematici».La droga è in aumento, ma chi ne fa uso è cambiato: «La cocaina - spiega Lovaste - è in aumento vertiginoso. Adesso è attesa anche l'invasione dell'eroina afgana. Una volta c'era il buco, adesso la gente sniffa. I consumatori sono più inseriti nella società di una volta. Il tossico di strada non c'è quasi più. Adesso chi fa uso di droghe ha un lavoro e relazioni ed è convinto di potersi controllare. Per questo sniffa, crede, in questo modo di non diventare dipendente».
(12 settembre 2007)

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NUOVO PARTITO D'AZIONE

Il Nuovo Partito d'Azione è una formazione politica italiana che intende rifondare l'azionismo politico e proseguire l'esperienza dello storico Partito d'Azione, facendo rivivere in Italia una sigla che si richiami a tale tradizione politica, storica e culturale. Nato nel 2005, ha come segretario nazionale il filosofo Giuseppe Antonio Quartana e dopo un anno dalla sua costituzione è presente in sette regioni (Lazio, Piemonte, Campania, Basilicata, Puglia, Calabria, Sicilia). Nel suo simbolo compare proprio la dicitura "Rifondazione Azionista" e la conferma dei valori del liberalsocialismo. Nell'impostazione teorica del NPA il liberalsocialismo è però la condizione necessaria, ma non ancora sufficiente per definire l'azionismo. Il partito ha adottato come colore ufficiale l'arancione. Collocato nell'area della sinistra democratica di ispirazione radicale e riformista e stringe una collaborazione con il Partito Socialista Democratico Italiano, presentando propri candidati nelle sue liste in occasione delle elezioni politiche del 2006, all'interno della coalizione di centrosinistra, L'Unione. Dopo le elezioni politiche, il Nuovo Partito d’Azione convoca a Bernalda (MT) la sua prima conferenza politico-organizzativa nel corso della quale il nuovo partito fissa definitivamente i tratti caratteristici della sua identità: disinteresse verso l’ipotesi di confluire nel futuro Partito Democratico; federare la "Nuova Sinistra Democratica" intesa come nuovo polo intermedio fra lo stesso Partito Democratico e l’area rosso-verde; essere “coscienza critica” del centrosinistra. Questo ruolo "critico" comincia a manifestarsi platealmente in occasione della protesta contro l'indulto che ha visto una presenza in piazza di militanti del Nuovo Partito d'Azione. Il 28 ottobre 2006 il partito organizza davanti a Montecitorio la sua prima manifestazione di piazza con un sit-in di protesta contro la nuova finanziaria del Governo Prodii chiedendo che non vengano dimenticati ancora una volta i "veri poveri", i "non-garantiti", la "seconda società". Nella direzione nazionale del 5 novembre, a Fiuggi, il partito lancia il concetto di "rete neoazionista" aprendo anche alle associazioni ed ai club sparsi sul territorio. Nello stessa riunione dà la propria disponibilità per la costruzione di una "Sinistra Critica", che insieme ad altre piccole formazioni e movimenti possa costituire il nucleo fondatore di un terzo polo all'interno del centrosinistra dopo la nascita del PD e della Sinistra Europea. È stato stabilito dalla conferenza politico-organizzativa del NPA: Lo spazio politico del nuovo partito si situa al confine fra riformismo e radicalismo; il NPA si considera infatti “il più riformista dei partiti radicali ed il più radicale dei partiti riformisti”; La base sociale di riferimento del Nuovo Partito d’Azione è quella della 'seconda società';, una formula ricorrente nelle giornate del ’77 e da allora mai più ripresa da nessuno; la ‘seconda società’ è quella dei non garantiti, dei precari con poche speranze, degli emarginati, degli invisibili, delle fasce marginali e radicalizzate della piccola borghesia, del nuovo proletariato giovanile intellettuale, anche di origine borghese, quindi il mondo dei bisogni. Nello stesso tempo, l'NPA è anche al fianco di chi detiene meriti e non riesce a farli valere in una società italiana sempre più sclerotizzata e familista, sempre più caratterizzata da processi di retrocessione, di immobilismo e di esclusione sociale.
Il liberalsocialismo del NPA si basa su una nuova sintesi fra meriti e bisogni.