giovedì 13 dicembre 2007

REGIONALE

'L'ALTO ADIGE NON E' ITALIA'

Bolzano - Suedtiroler Freiheit, il partito di Eva Klotz, ha deciso di collocare su tutti i valichi di confine dell’Alto Adige, compresi i sentieri di montagna, cartelli con la scritta in tedesco «Suedtirol ist nicht Italien» e cioè «L’Alto Adige non è Italia». Lo ha annunciato il partito che accompagnerà l’iniziativa con una raccolta fondi chiamata «Ingiusto confine».
Il partito, che chiede l’autodeterminazione per la popolazione altoatesina di lingua tedesca in modo che possa decidere se tornare o meno con l’Austria, aveva già collocato in novembre un cartello di questo tipo al valico del Brennero sollevando le proteste in particolare di An e Forza Italia. Il cartello era stato danneggiato e poi rimosso dalla gendarmeria austriaca con la motivazione che avrebbe creato problemi al traffico. Poi, però, nei giorni scorsi, il cartello era stato nuovamente collocato nella stessa posizione.
Insomma, la Klotz tenta di catturare l'attenzione soprattutto sul fornte politico austriaco, che da tempo dimostra mostra una certa disaffezione ai richiami all’autodeterminazione che periodicamente arrivano dall’Alto Adige. Nessun oratore tirolese - ed è stata la prima volta - è stato infatti invitato alla tradizionale cerimonia il giorno dell'Immacolata, organizzata con gli Scheutzen per ricordare a San Paolo di Appiano i terroristi morti degli anni Sessanta. Da anni non si ricordavano così tanti "tiratori scelti" giunti nel paesino vicino a Bolzano per la manifestazione dell’Immacolata. C’era anche qualche dirigente dei "cappelli piumati" austriaci, dopo l’assenza dell’anno scorso dettata da polemiche interne, con gli austriaci che avevano accusato i sudtirolesi di essere troppo "di destra", ma non c’erano politici austriaci e scarsa è stata anche la rappresentanza Svp, con l’assessore regionale Martha Stocker a rappresentare da sola la Svp, in assenza del segretario politico Elmar Picher Rolle. » e cioè «L’Alto Adige non è Italia». Lo ha annunciato il partito che accompagnerà l’iniziativa con una raccolta fondi chiamata «Ingiusto confine».
Il partito, che chiede l’autodeterminazione per la popolazione altoatesina di lingua tedesca in modo che possa decidere se tornare o meno con l’Austria, aveva già collocato in novembre un cartello di questo tipo al valico del Brennero sollevando le proteste in particolare di An e Forza Italia. Il cartello era stato danneggiato e poi rimosso dalla gendarmeria austriaca con la motivazione che avrebbe creato problemi al traffico. Poi, però, nei giorni scorsi, il cartello era stato nuovamente collocato nella stessa posizione.
Insomma, la Klotz tenta di catturare l'attenzione soprattutto sul fornte politico austriaco, che da tempo dimostra mostra una certa disaffezione ai richiami all’autodeterminazione che periodicamente arrivano dall’Alto Adige. Nessun oratore tirolese - ed è stata la prima volta - è stato infatti invitato alla tradizionale cerimonia il giorno dell'Immacolata, organizzata con gli Scheutzen per ricordare a San Paolo di Appiano i terroristi morti degli anni Sessanta. Da anni non si ricordavano così tanti "tiratori scelti" giunti nel paesino vicino a Bolzano per la manifestazione dell’Immacolata. C’era anche qualche dirigente dei "cappelli piumati" austriaci, dopo l’assenza dell’anno scorso dettata da polemiche interne, con gli austriaci che avevano accusato i sudtirolesi di essere troppo "di destra", ma non c’erano politici austriaci e scarsa è stata anche la rappresentanza Svp, con l’assessore regionale Martha Stocker a rappresentare da sola la Svp, in assenza del segretario politico Elmar Picher Rolle.

fonte: www.ilgiornale.it

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NUOVO PARTITO D'AZIONE

Il Nuovo Partito d'Azione è una formazione politica italiana che intende rifondare l'azionismo politico e proseguire l'esperienza dello storico Partito d'Azione, facendo rivivere in Italia una sigla che si richiami a tale tradizione politica, storica e culturale. Nato nel 2005, ha come segretario nazionale il filosofo Giuseppe Antonio Quartana e dopo un anno dalla sua costituzione è presente in sette regioni (Lazio, Piemonte, Campania, Basilicata, Puglia, Calabria, Sicilia). Nel suo simbolo compare proprio la dicitura "Rifondazione Azionista" e la conferma dei valori del liberalsocialismo. Nell'impostazione teorica del NPA il liberalsocialismo è però la condizione necessaria, ma non ancora sufficiente per definire l'azionismo. Il partito ha adottato come colore ufficiale l'arancione. Collocato nell'area della sinistra democratica di ispirazione radicale e riformista e stringe una collaborazione con il Partito Socialista Democratico Italiano, presentando propri candidati nelle sue liste in occasione delle elezioni politiche del 2006, all'interno della coalizione di centrosinistra, L'Unione. Dopo le elezioni politiche, il Nuovo Partito d’Azione convoca a Bernalda (MT) la sua prima conferenza politico-organizzativa nel corso della quale il nuovo partito fissa definitivamente i tratti caratteristici della sua identità: disinteresse verso l’ipotesi di confluire nel futuro Partito Democratico; federare la "Nuova Sinistra Democratica" intesa come nuovo polo intermedio fra lo stesso Partito Democratico e l’area rosso-verde; essere “coscienza critica” del centrosinistra. Questo ruolo "critico" comincia a manifestarsi platealmente in occasione della protesta contro l'indulto che ha visto una presenza in piazza di militanti del Nuovo Partito d'Azione. Il 28 ottobre 2006 il partito organizza davanti a Montecitorio la sua prima manifestazione di piazza con un sit-in di protesta contro la nuova finanziaria del Governo Prodii chiedendo che non vengano dimenticati ancora una volta i "veri poveri", i "non-garantiti", la "seconda società". Nella direzione nazionale del 5 novembre, a Fiuggi, il partito lancia il concetto di "rete neoazionista" aprendo anche alle associazioni ed ai club sparsi sul territorio. Nello stessa riunione dà la propria disponibilità per la costruzione di una "Sinistra Critica", che insieme ad altre piccole formazioni e movimenti possa costituire il nucleo fondatore di un terzo polo all'interno del centrosinistra dopo la nascita del PD e della Sinistra Europea. È stato stabilito dalla conferenza politico-organizzativa del NPA: Lo spazio politico del nuovo partito si situa al confine fra riformismo e radicalismo; il NPA si considera infatti “il più riformista dei partiti radicali ed il più radicale dei partiti riformisti”; La base sociale di riferimento del Nuovo Partito d’Azione è quella della 'seconda società';, una formula ricorrente nelle giornate del ’77 e da allora mai più ripresa da nessuno; la ‘seconda società’ è quella dei non garantiti, dei precari con poche speranze, degli emarginati, degli invisibili, delle fasce marginali e radicalizzate della piccola borghesia, del nuovo proletariato giovanile intellettuale, anche di origine borghese, quindi il mondo dei bisogni. Nello stesso tempo, l'NPA è anche al fianco di chi detiene meriti e non riesce a farli valere in una società italiana sempre più sclerotizzata e familista, sempre più caratterizzata da processi di retrocessione, di immobilismo e di esclusione sociale.
Il liberalsocialismo del NPA si basa su una nuova sintesi fra meriti e bisogni.